(Italiano) Il sole 24 ore. FOOD 24

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Enza La Fauci – Contrada Mezzana – Messina

Il percorso di avvicinamento al vino di Enza, Donna del Vino in Sicilia, è lungo e laborioso: infatti dopo la laurea in Economia lavora nell’azienda di famiglia, settore edilizio, che nulla ha a che fare col vino. Nel 1986 fonda con il fratello Giovanni la Distilleria Giovi: iniziamo ad avvicinarci al vino!

Finalmente nel 2003 decide di compiere il grande passo, impiantando un piccolo vigneto ed iniziando la sua avventura. Enza ama ricordare che già dal dopoguerra la sua famiglia produceva vino per parenti ed amici. Decide di dedicarsi a vini autoctoni e territorio, trascurando i vitigni e lo stile internazionale: con impegno, cuore e passione si dedica alla coltivazione di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nocera e Nero D’Avola tra i rossi, Grecanico dell’Etna e Zibibbo tra i bianchi.

Punta tutto sulla DOC Faro, una delle più antiche ma anche più piccole della Sicilia: saranno in tutto 35 ettari vitati in cui lavorano 5-6 aziende. Il vigneto di Enza, parliamo di neppure 3 ettari, è in contrada Mezzana, a Messina, ad un tiro di schioppo da Capo Peloro, dove la leggenda dice che Ulisse si fece legare all’albero maestro della sua barca per non soccombere al malefico canto stregato delle sirene: da qui il logo aziendale.

La passione di Enza si concretizza nel rispetto della vite, del terroir e del prodotto finale, il suo vino che, come lei ricorda sempre, “non è né biologico né biodinamico ma semplicemente naturale”. “Il nostro è un metodo di coltivazione lontano dagli schemi e dalle etichette – racconta – perché non amiamo tutto ciò che non è essenziale”.

Produce 14.000 bottiglie, divise su 4 etichette diverse. Emiliano Falsini è l’enologo, Stefano Dini l’agronomo. Dopo avere conosciuto Enza a Piacenza, al mercato FIVI, ho potuto degustare il suo Oblì 2011.

Oblì Faro DOC 2011 

E’ un uvaggio di Nerello Mascalese al 60%, Nerello Cappuccio al 15%, Nocera al 15% e Nero D’Avola al 10%. Il vigneto di produzione è a Messina, in Contrada Mezzana, su un terreno argilloso calcareo con mica dorata. Le bottiglie prodotte sono 6.000, con un tenore alcolico del 14%. La vendemmia manuale in cassette è fatta separatamente per i diversi vitigni, tra fine agosto e metà ottobre. Anche la vinificazione viene fatta in più volte per i diversi tipi di uve, senza lieviti aggiunti.

Affinamento in barrique usate per 18 mesi, a cui seguono almeno 6 mesi in bottiglia. Di colore rosso rubino, con sfumature violacee e rosso granato. Sentori vinosi, profumi di violetta, note di frutto rosso e prugna, assaggi di spezie e balsamicità, oltre a leggeri tostature: un bouquet variegato e di buona complessità. In bocca è delicato, quasi morbido al primo impatto, ma sufficientemente deciso e tannico in seconda battuta. Se ne ben percepisce la sapidità, da non trascurarne la struttura. Buona la persistenza, leggermente amarognolo il piacevole retrogusto finale. Un vino che parla del suo territorio, che sa di salsedine, di vento caldo e di mare.

Enza lo abbina volentieri con il pesce spada: come darle torto. Spero di poterlo sperimentare direttamente in cantina da lei.